LIGHT MY FIRE Dante e l’arte: una lunga storia d’amore

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LIGHT MY FIRE Dante e l’arte: una lunga storia d’amore

Rimandata causa Covid e visibile finora solo dall’esterno, la mostra ‘Light My Fire. Dante e l’arte: una lunga storia d’amore’ al Centro Arti Visive Pescheria è finalmente visitabile in presenza, dal 29 aprile fino al 31 maggio (prorogata fino al 6 giugno).

L’evento della Fondazione Pescheria, curato da Marcello Smarrelli, è promosso in collaborazione con il Comune di Pesaro e rappresenta una delle iniziative cardine con cui la città celebra i 700 anni dalla morte del Divino Poeta. Così la Pescheria diventa ‘luogo dantesco’ e accoglie due famose serie di incisioni realizzate da Salvador Dalì e Robert Rauschenberg per illustrare la Divina Commedia e una video installazione dell’artista Claire Fontaine.

Il titolo della mostra prende spunto da una delle canzoni più famose dei Doors (1966) per sottolineare la capacità della poesia – quella dantesca più di ogni altra – di trascendere la realtà verso una dimensione altra. Light My Fire rappresenta infatti uno dei primi e più eloquenti esempi di Psychedelic Rock, sviluppatosi in contemporanea negli Stati Uniti e Regno Unito fra gli anni sessanta e settanta: una tendenza musicale nata dalle esperienze di alterazione della coscienza derivanti dall’uso di sostanze psichedeliche.

La Divina Commedia è un’opera a carattere teologico-morale-enciclopedico, non è fantasy, non è horror e tanto meno fantascienza; questo si dice di solito ma forse non è esattamente così, perché in Dante sono presenti elementi riconducibili un po’ a tutti i generi letterari con le loro varianti. Non è un caso che la Divina Commedia venga citata in ben cinque punti della produzione di Philip K. Dick. La grandissima diffusione e l’interesse che da secoli accompagnano la Divina Commedia sono dovuti, oltre che al valore letterario assoluto, anche alle illustrazioni nate fin da subito per quelle rime. Dai primi sconosciuti miniatori ai più grandi artisti del ‘900 fino ai contemporanei, moltissimi si sono cimentati con il testo dantesco, dando forma a suggestioni profonde con cui ricreare visivamente l’incredibile mondo ultraterreno ideato da Dante.

Ecco allora che nello spazio della chiesa del Suffragio sono allestite scenograficamente le 100 tavole ad acquarello di Dalì che fondono simboli, magie e allegorie, richiamando i vari aspetti della sua ricerca stilistica, dall’estetica del molle, ai miti classici, al metodo pittorico paranoico-critico fino alla surrealtà, alla dimensione onirica, alle prospettive irrazionali. Dalì ci lavora per nove anni e le tavole, esposte nel 1960 al Museo Galliera di Parigi, vengono poi tradotte in xilografie: lontanissime dalle interpretazioni conosciute del testo dantesco, hanno una fascinazione unica. Ad offrire un’esperienza completa di sensi, le incisioni sono accompagnate dal sound piece “Dalla selva oscura all’amor che muove il sole e l’altre stelle’: le più famose terzine della Commedia”, a cura dell’associazione culturale APS ‘Le Voci dei Libri’; lettori: Marilena Alessi, Corrado Capparelli, Cristian Della Chiara, Giuseppe Esposto, Lucia Ferrati, Elisabetta Liz Marsigli, Silvia Melini, Luca Sinelli; tracce musicali: Luca Marzi, Paolo Marzocchi; recording e produzione, Tobe Stubio..

Nel loggiato si trova l’interpretazione ancora più personale e innovativa dell’Inferno di Robert Rauschenberg precursore della Pop Art: 34 incisioni eliografiche, ricche di riferimenti alla società del secondo novecento americano. La tecnica è quella del Transfer Drawing, trasferendo sul foglio immagini fotografiche da giornali e riviste e intervenendo poi con matite, tempere e inchiostri; un lavoro complesso che lo impegna per due anni e viene presentato per la prima volta nel 1960 alla Galleria Leo Castelli di New York.

Sempre nel loggiato, su un maxischermo, è visibile tutti i giorni dalle 19 alle 23, la documentazione video di una performance iconica dell’artista collettiva ready made Claire Fontaine, intitolata P.I.G.S. acronimo che unisce i paesi dell’Europa più indebitata: Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. L’opera (2011) è composta da centinaia di fiammiferi piantati in fori praticati manualmente sul muro e poi bruciati; l’incendio metaforico di queste nazioni si riferisce ironicamente all’instabilità socio-politica globale causata dalle diverse crisi economiche ma vuole essere anche un commento poetico alle vite sacrificate dalla corruzione del sistema: un incendio che ritrae l’“inferno” terrestre del nostro presente fragile.

L’allestimento del loggiato e il video su maxischermo sono pensati per essere sempre fruiti in modo agile anche dall’esterno; si può dire che la mostra ha una vera e propria ‘doppia vita’ – di giorno e di notte – in base a ciò che si può vedere nelle diverse fasce orarie.

Completa il percorso espositivo un murale dell’artista Ermes Bichi con una sua personale interpretazione del colophon di mostra.

Le opere grafiche sono state prestate da The Art co.

29 aprile – 31 maggio 2021 (prorogata fino al 6 giugno)
LIGHT MY FIRE Dante e l’arte: una lunga storia d’amore
Salvador Dalì, Claire Fontaine, Robert Rauschenberg
a cura di Marcello Smarrelli

Orari
da giovedì a domenica h 16-20
(chiuso sabato 8 e domenica 9 maggio)
Ingresso con Card Pesaro Cult (costo 3 euro, validità annuale), libero fino a 18 anni
Info www.fondazionepescheria.it