FERRUCCIO MENGARONI                                                                                  

MEDUSA 

ULTIMO CAPOLAVORO DEL PESARESE FERRUCCIO MENGARONI, ESPONENTE DI SPICCO DELL’ARTE CERAMICA DEL NOVECENTO.

L’imponente medusa in maiolica accoglie il visitatore nel cortile d’ingresso dei musei.Secondo la mitologia greca, medusa era una creatura mostruosa, dalla singolare capigliatura di serpenti aggrovigliati e dallo sguardo magnetico, capace di trasformare in pietra chiunque la guardasse. Fu Perseo a decapitarla, con l’aiuto di uno specchio. Il volto esangue di Medusa si contrae in un’espressione terrificata, che esprime la consapevolezza della tragica disfatta. Nei lineamenti di quel viso spaventato, e insieme spaventoso, di fronte alla morte, Mengaroni ritrasse se stesso. Pare che lo specchio di cui l’artista si servì per l’autoritratto, non altrettanto propizio di quello utilizzato da Perseo, andò in frantumi, annunciando un triste presagio. Ciò che accadde in seguito è storia: nel 1925 l’opera si trovava a Monza per essere esposta in occasione della II Biennale d’Arte della città. Mentre veniva sospinta lungo una scalinata per accedere al primo piano della Villa Reale della città, sede della mostra, la cassa di dodici quintali che la conteneva si sbilanciò. L’artista, sopraffatto dal timore di perdere la sua creazione, le corse incontro e ne rimase schiacciato, trovando la morte. 

La produzione ceramica di Mengaroni si fa portavoce dello storicismo eclettico diffuso negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Ceramista di singolare talento, Ferruccio Mengaroni ha saputo reinterpretare l’istoriato rinascimentale, traendo ispirazione dalle maioliche della collezione Mazza. 

ENG. MEDUSA 

The impressive maiolica Medusa that the visitors can see when entering the Musei was the last masterpiece by Pesarese artist Ferruccio Mengaroni, a very important figure in 20thcentury ceramics. 

In Greek mythology, Medusa was a monstrous creature, with intertwined snakes in place of hair and a magnetic look, which turned to stone anyone who gazed on her face. Perseus beheaded her with the help of a shield, which he used as a looking-glass. 

Medusa’s pale face is pained, terrified, and betrays her awareness that she will be tragically defeated. In the features of that frightened, and frightening, face, confronting death, Mengaroni depicted himself. 

Some say that the looking-glass that the artist used for his self-portrait broke into pieces, thus bringing him bad luck, quite unlike Perseus’s shield. The rest is history. In 1925 the work was in Monza, ready to be exhibited at the 2nd Biennale d’Arte of the city. The chest that contained it weighed 1,200 kg and accidentally fell down the stairs while it was being transported to the first floor of Villa Reale, where the exhibition took place. The artist, terrified at the prospect of losing his creation, ran towards it and was crushed to death. 

Mengaroni’s body of work shows the eclectic historicism which was common in the years between the 19th and the 20th centuries. A particularly talented ceramicist, Ferruccio Mengaroni drew inspiration from the Renaissance istoriato and from the maiolica wares of the Mazza collection.