PITTORE IN CASTELDURANTE
FAUSTINA BELLA
L’ANTICA CITTÀ DI CASTELDURANTE, FORTEMENTE LEGATA ALLA CITTÀ URBINATE, CON LA QUALE INSTAURA PROLIFICI SCAMBI CULTURALI, SI PREGIA DELLA PRESENZA DI QUALIFICATE OFFICINE GIÀ DAGLI ANNI 60 DEL QUATTROCENTO. A CASTELDURANTE È GENERALMENTE ATTRIBUITA UNA PRECISA CATEGORIA CERAMICA, QUELLA DELLE “BELLE DONNE”, PARTICOLARMENTE DIFFUSA NELLA MAIOLICA RINASCIMENTALE.
Si tratta di immagini di donne a mezzo busto, ritratte di profilo o frontalmente, e presentate da un cartiglio che ne riporta il nome accompagnato dall’appellativo “bella”. Queste ceramiche erano probabilmente omaggi, che gli innamorati facevano alla donna amata in occasione del fidanzamento o delle nozze.Il carattere idealizzato e stereotipato dei ritratti dipende dalla pratica dei ceramisti di riutilizzare sempre gli stessi modelli, cambiando solo il nome e alcuni particolari descrittivi. A proposito di onomastica, le ceramiche delle “Belle donne” costituiscono una testimonianza importante sui nomi femminili più comuni all’epoca, come Faustina, Camilla e Lucrezia, che ricordano le donne latine tramandate alla storia per le loro virtù. L’esempio più antico di questa tipologia è la celebre Faustina dei Musei Civici di Pesaro, datata al 1522. La linea elegante e precisa, i colori blu, verde e bianco, e il raffinato profilo della donna rendono questa coppa unica nel suo genere. Altrettanto significativa, nel panorama ceramico durantino, è la produzione di vasellame da farmacia: ne è esempio mirabile l’albarello con Enea si presenta a Didone e stemma di Andrea Boerio. L’opera faceva parte di una raccolta più ampia voluta dal mercante genovese Boerio, il quale affidò la commessa alla bottega dei fratelli Angelo e Ludovico Picchi, che dalla metà del Cinquecento diventa meta privilegiata di mercanti e speziali forestieri per commissioni di maioliche da farmacia.
ENG. FAUSTINA BELLA
The ancient city of Casteldurante, which had very close cultural ties with Urbino, has been a significant centre of ceramics production since the 1460s. Its tradition is known for a particular type of ceramics, that of the “Belle donne” (“Beautiful women”), very typical of Renaissance maiolica. They depict half-length images of women, portrayed in profile or front-on, with a cartouche reading their name plus the adjective “Bella” (“Beautiful”). They were probably gifts from lovers to their women, donated on the occasion of engagements or weddings. The stereotyped style of the portraits is due to the fact that ceramicists always used the same models, only changing the names and some descriptive details. Furthermore, the ceramics of the “Belle donne” type are a useful resource to understand which female names were most common at the time, such as Faustina, Camilla and Lucrezia, derived from the virtuous Roman women of the same name. The oldest piece of this category is the famous Faustina from the Musei Civici, dating from 1522. The elegance and the accuracy of the outline, the blue, green and white colours and the woman’s refined profile make this bowl unique.The production of pharmacy pots was also very significant in Casteldurante. A beautiful example is the albarello (maiolica jar) with the arms of Andrea Boerio, depicting Aeneas Introducing Himself to Dido. The work was part of a larger collection, commissioned by the Genoese merchant Boerio from the workshop of brothers Angelo and Ludovico Picchi, who were among the most famous producers of apothecary pots of the 16th century.