MANIFATTURA FONTANA

ERCOLE E ANTEO, CACO A TERRA SENZA VITA 

A PARTIRE DALLA METÀ DEL XVI SECOLO, NELLA PRODUZIONE CERAMICA URBINATE SI DISTINGUONO DUE IMPORTANTI BOTTEGHE: QUELLA DEI FONTANA E QUELLA DEI PATANAZZI. CAPOSTIPITE DELLA PRIMA È IL MAESTRO GUIDO DA CASTELDURANTE, IL QUALE, NEL 1553, ASSUME IL COGNOME FONTANA, CHE POI TRASMETTE AI FIGLI.

Tra i suoi eredi, il figlio Orazio dà rilievo e prestigio al lavoro del padre ricevendo commissioni importanti come il servizio da mensa voluto dal duca di Urbino, Guidobaldo II Della Rovere, nel 1560 ca., per Filippo II, re di Spagna. I Fontana sono noti per la creazione di un nuovo schema decorativo, che ebbe enorme successo e che si caratterizza per la presenza dell’istoriato al centro della maiolica con una cornice di grottesche su fondo bianco. La decorazione a “grottesca”, in voga dalla fine del XV e per tutto il XVI secolo, deriva dalle decorazioni parietali rinvenute nel 1480 nei resti sotterranei della Domus Aurea di Nerone, le cui stanze, sepolte sotto le rovine delle costruzioni posteriori, furono esplorate come fossero vere e proprie grotte (di qui il nome) dagli artisti del Rinascimento. Il motivo ornamentale dominante è costituito da un intreccio armonioso e simmetrico di forme vegetali, figurine umane, animali fantastici, maschere, armi, arabeschi. Uno dei primi artisti a impadronirsi del decoro antico fu Raffaello Sanzio, che lo impiegò nelle Logge Vaticane (non a caso questo tipo di decorazione è noto anche con il nome di “raffaellesche”). Il bellissimo piatto da pompa con Ercole e Anteo testimonia la diffusione e il valore estetico del lavoro dei Fontana. Al centro è riprodotto in un’ottima resa grafica l’episodio mitologico in cui Ercole soffoca il gigante Anteo, sollevandolo perché non prenda forza dalla madre Gea. Ai piedi di Ercole si trova, però, il corpo di un uomo barbuto con accanto un bue accovacciato: la presenza dell’animale potrebbe far pensare al gigante Caco, che secondo l’Eneide fu ucciso da Ercole nello stesso modo.

ENG. HERCULES AND ANTAEUS, DEAD CACUS ON THE GROUND 

From the mid 16th century onwards, the production of ceramics in the area of Urbino was characterised by the presence of two important workshops, those of Fontana and Patanazzi.

The founder of the former family was master Guido da Casteldurante, who in 1553 adopted the surname “Fontana”, which he passed on to his children. Amongst the master’s followers was his own son Orazio, who continued his father’s work with very prestigious commissions, such as the set of dishes commissioned around 1540 by Guidubaldo II Della Rovere, the Duke of Urbino, for the king of Spain Philip II. The Fontana are best-known for creating a new, and very successful, decorative pattern characterised by istoriato, surrounded by grotesques on a white ground.

“Grotesque” decorations, which were very popular in the late 15th and throughout the 16th centuries, derive their name from the decorations on the walls of the “grotte” (lit. “caves”), i.e. the underground rooms, of Nero’s Domus Aurea, discovered in 1480, and explored by Renaissance artists as if they had been real caves. They are characterised by a harmonious combination of foliage elements, human figures, imaginary animals, masks, weapons and arabesques.

Raphael Sanzio was one of the first artists to study and to use this type of decoration in painting, in the Vatican Rooms. His style was so successful that the decorations were called “raffaellesche” (Raphaelesque).

The beautiful, elegant plate depicting Hercules and Antaeus shows the success and the aesthetic value of Fontana’s work.

The centre of the picture is occupied by a beautiful rendering of the myth, in which Hercules strangles the giant Antaeus, by holding him aloft so he cannot gain strength from his mother Gaia, the Earth. However, at Hercules’ feet there is the lifeless body of a bearded man with an ox next to him. The presence of the animal suggests that the man might be the giant Cacus, killed by Aeneas in the Aeneid in the same way.