Dal 10 luglio al 3 ottobre 2021 il Centro Arti Visive Pescheria ospita la mostra di Davide Mancini Zanchi “Mira il mare má lë” a cura di Marcello Smarrelli, prima personale dell’artista urbinate in un’istituzione pubblica, promossa dalla Fondazione Pescheria in collaborazione con il Comune di Pesaro e sostenuta dalla Regione Marche – Assessorato Beni e Attività Culturali.
Il titolo nasce da un mix giocoso di spagnolo, italiano e dialetto urbinate, traducibile con “guarda il mare lì” e introduce al progetto site specific che è il frutto di un lavoro concepito dall’artista durante la pandemia con l’obiettivo di creare un dialogo con l’architettura dei due spazi di Pescheria: il Loggiato, sede dell’antico mercato del pesce, e la chiesa del Suffragio.
Davide Mancini Zanchi realizza oggetti e scenari dove i media tradizionali dell’arte scambiano ruoli e funzioni con elementi comuni tratti dalla vita quotidiana. Coloratissime, ludiche e divertenti, spesso le sue opere contengono ossessioni e aspetti ostili della cultura concettuale e della creatività.
Nel Loggiato si trovano curiosi tronchi di legno restituiti dal mare alla spiaggia .e mano mano si scopre che questi objets trouvè hanno inglobato altri elementi. Strane metamorfosi che il mare crea trasformando i legni levigati dal moto ondoso in oggetti d’uso comune. Queste sculture sembrano assemblare e fondere stili e modalità di lavoro ispirati al medium che più di ogni altro ha definito la contemporaneità: il ready made.
Fa da sfondo Trevor, una video proiezione di oltre 30 metri, in cui lo spettatore è invitato a condividere la stessa visuale di Trevor Philips, protagonista di GTA V, un videogioco della PlayStation. L’artista cristallizza il personaggio in un tempo indefinito in cui si perde nell’orizzonte sconfinato del mare che si apre davanti a lui. Ambientato nella cruenta città di Los Santos (doppio distopico di Los Angeles) dove il giorno si alterna alla notte e alle variazioni meteorologiche, la proiezione occupa tutta la parete di fondo della Pescheria: un orizzonte che cambia costantemente, in cui ondeggia il mare. Frequentemente compaiono delle mani che si sovrappongono alle onde, rivelando l’artificialità di questa visione solo
apparentemente naturale.
Nella chiesa del Suffragio lo scenario cambia radicalmente. Se nel Loggiato lo sguardo è “costretto” a rivolgersi a terra, per scoprire le sculture direttamente poggiate sul pavimento, qui si sposta verso l’alto.
Come scrive Gabriele Tosi nel testo che accompagna la mostra: “il ciclo intitolato 1200 études pour le plus beau ciel du monde fa emergere la condizione di oblio/non oblio della pittura di rappresentazione su tela. La grande installazione, che occupa quasi per intero la superficie muraria della chiesa del Suffragio, compone una quadreria irregolare di pseudo monocromi.” Le pareti e tappezzate da 1200 dipinti, tutti della stessa dimensione (30×40 cm), rappresentano copie dal vero del cielo sopra Baia Flaminia. Lo spirito icastico e ludico di Mancini Zanchi entra in dialogo con la storia dell’arte riprendendo la tecnica della pittura en plein air, rivisitando ed estremizzato il linguaggio impressionista e sostituendo il tubetto a olio con una contemporanea bomboletta. Su ogni tela una sagoma bianca: è l’impronta del dito che sorregge la tela per dipingere il cielo.
La mostra è anche una riflessione sul rapporto tra natura e artificio, un tema da sempre al centro della ricerca artistica, ma particolarmente attuale in questo momento storico in cui assistiamo ad una profonda frattura tra genere umano e natura e tra natura e oggetto. Viviamo immersi in un mondo costituito da oggetti artificiali, in cui la macchina, considerata sempre meno una realtà innaturale, è diventata parte integrante di una nuova natura meccanizzata e elettronicamente integrata.
In occasione della mostra sarà presentata la prima monografia dedicata a Davide Mancini Zanchi – a cura di Gabriele Tosi, edita da Cura.books, con progetto grafico di Francesco Del Rosso – che raccoglie e analizza tutti i lavori realizzati dall’artista fino alla personale presso il Centro Arti Visive Pescheria.
Davide Mancini Zanchi (Urbino, 1986) vive e lavora ad Acqualagna (PU), un paesino tra il mare Adriatico e le montagne degli Appennini. Dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Urbino, nel 2014 è ospite in residenza alla DENA Foundation for Contemporary art a Parigi, e nel 2018, presso BoCs Art – Residenze Artistiche a Cosenza.
Il suo lavoro è stato esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Tra le mostre personali: “Toys are us” (A+B gallery, Brescia, 2019); “Da che mani vidi Zan Cin” (Otto Gallery, Bologna, 2019); “La Conquista dello Spazio” a cura di Riccardo Tonti (Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, 2016). Tra le collettive più recenti: “Meccaniche della meraviglia” (Chiesa di San Giacomo al Mella, Brescia, 2019); “Vie di fuga” (Societé Interludio, Torino, 2018); “Chi utopia mangia le mele” a cura di Gabriele Tosi e Adriana Polveroni (Ex dogana merci, Verona, 2018). Tra i premi e riconoscimenti: Premio Centro Arti Visive Pescheria (2011), Premio Lissone (2014) e Premio Treviglio (2016); è stato finalista del Talent
Prize (2019) e del Club Gamec Prize (2018). Nel 2020 ha vinto l’Italian Council con un progetto di residenza condivisa in Uruguay. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche di rilievo internazionale.
10 luglio – 3 ottobre 2021
Centro Arti Visive Pescheria
Davide Mancini Zanchi “Mira il mare má lë”
a cura di Marcello Smarrelli
Inaugurazione sabato 10 luglio h 19-22
Orari
da venerdì a domenica h 18-21
Ingresso con Card Pesaro Cult (costo 3 euro, validità annuale) o Biglietto unico Pesaro Musei, libero fino a 18 anni.
Info www.fondazionepescheria.it