Nell’ambito delle collaborazioni con i musei intenazionali, i Musei Civici di Palazzo Mosca sono tra i prestatori di una importante mostra in Giappone: Caravaggio e i caravaggeschi, una retrospettiva sull’innovativo stile di Caravaggio e dei suoi seguaci, dal 1 marzo al 12 giugno 2016 al National Museum of Western Art di Tokyo.
L’esposizione si propone di analizzare le più significative innovazioni iconografiche e stilistiche introdotte dal grande pittore lombardo e di mettere in luce il modo in cui tali innovazioni sono state percepite ed interpretate dagli artisti del XVII secolo, non solo caravaggeschi.
Un percorso in cui si inserisce il bel dipinto di Trophime Bigot (Arles, 1579-Avignone, 1650) o Giacomo Massa, raffigurante il Cristo deriso (olio su tela 1620 ca.) proveniente dalle raccolte museali pesaresi (collezione Della Ripa).
L’evento rientra nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario del trattato di amicizia tra Italia e Giappone; con l’entrata in vigore del Trattato, il primo gennaio del 1867, prese avvio il commercio di sanranshi (cartone di seme-bachi), che giovò ampiamente sia all’Italia, la cui bachicoltura versava in grave crisi a causa di una malattia dei bachi, sia al Giappone che intendeva avvalersi del commercio per sviluppare la propria industria.
In sostituzione sono esposti ai Musei Civici di Palazzo Mosca: Anonimo emiliano, San Giuseppe, e Antonio Tatoti detto Antonio Gherardi (cerchia di)(Rieti 1644 – Roma 1702), Sant’Orsola, entrambi olio su tela sec. XVII (collezione Mosca).
Due immagini di lirico ed intenso realismo quelle dei due santi raffigurati in questi dipinti. Lui, san Giuseppe, il vecchio santo falegname, segnato dai dolorosi segni del tempo, stringe quasi in preghiera il bastone fiorito. Lei, sant’Orsola, con gli occhi persi nel vento che sembra muovere il vessillo, segno di vittoria sulla morte attraverso il martirio. Figure di diversa ma eguale regalità…